sabato 14 novembre 2015

IL RAPPORTO CON DIO

Nell'antichità in tempi biblici, almeno così è riportato nella bibbia, Dio parlava con Adamo. Da un punto di vista fisico dei sentimenti, almeno così governati dalle leggi del karma, se così è, il giusto rapporto che non viene ai nostri tempi applicato in maniera corretta nei sui confronti, è perchè non lo consideriamo un nostro amico. Se così fosse non avremmo il bisogno di deresponsabilizzarci da ciò che egli ci ha posto interiormente sino dall'infanzia a nostro rischio e pericolo personale.
Vabbè, sappiamo benissimo che è misericordioso.
Ed è perfettamenete giusto ritenerlo magnanime. Ma perdona proprio tutto ? Anche quello che Lui giustamente condanna, come il furto , l'omicido, la menzogna ? O non è forse che consideriamo questo ultimo pensiero a nostro favore ? Causando una deresponsabilizzazione da parte nostra di ciò che riteniamo sia nostro libero arbitrio qual'ora non fosse così ? Mi spiego.
L'universo è vivente perchè anche Dio lo è. Se riteniamo che le leggi karmiche sono una baggianata, l'umanità è alla deriva di ciò che è soggetto ad una data realtà.
Ebbene tutto è regolato con maestria, e Dio non è certamente inerte, probabilmente quello lo siamo più noi più andiamo alla deriva.
Se vogliamo che Dio torni a parlarci nel nostro intimo, è giusto rivolgersi a lui in preghiera si, ma esattamente come lui vuole che sia, con il rispetto da parte nostra delle leggi universali che lui ha posto per la nostra salvaguardia o salvezza.
Ebbene è un argomento lungo, complesso e certamente delicato, dato che sto parlando della persona più importante dell'universo.
Comunque sono sicuro che molte delle persone che hanno letto queste parole abbiano una mezza idea di ciò che ho scritto. E come tutte le cose, anche la salvezza ce la si deve guadagnare. Esiste forse un guadagno più grande di questa ? Allora penso che sia proprio il caso di guadagnarsela, anche se può costare un certo sacrificio personale.        

mercoledì 11 novembre 2015

A PROPOSITO DI...ED OLTRE...

A PROPOSITO DI ...RESPONSABILITA' PER LA PROPRIA VITA ED
OLTRE...
Siamo tutti d'accordo che esistono cose nella vita, che non fanno certamente bene alla salute corporea come lo può essere l'alcolismo ed il tabagismo. RIFLETTENDO, quindi aumentando la serietà e la responsabilità nella propria vita riguardo a questi due temi aumenta la consapevolezza del pericolo provocato da questi; c'è però una nota dolente di questi stili di vita di cui vi volevo parlare. Tabagismo ed alcolismo conclamati, ad un certo punto della loro assunzione, cronicizzano, così a tal punto e questo vale per entrambi, ma prenderemo come esempio il tabagismo, a cui poi faremo riferimento ad un altro effetto riguardante la sfera dell'eternità, che la nicotina assunta, si va a sostituire a quell'elemento chimico che ci forniva ed avrebbe dovuto fornirci soddisfazione vitanaturaldurante.
Ed è proprio nella sostituzione il nocciolo della questione, perchè purtroppo e per molto tempo, l'organismo qual'ora decidessimo di smettere di fumare, sempre riuscendovi, percepirà ciò che è stato sostituito come un'anomalia. Non so se l'organismo sarà poi in grado di riconoscere nuovamente l'elemento originario, ma certamente esiste il grosso pericolo di rifiutare da parte dell'organismo e anche da noi, intendo sotto un profilo psicologico oltre a quello organico ciò che precedentemente ci dava soddisfazione nella vita.

Analogamente in seguito a traumi che subiamo durante il corso della vita anche se guariti, riusciremmo ad accettare l'entusiasmo che avevamo da bambini se perso a causa di questi ?
     
Analogamente se nella sfera spirituale, anche ammesso l'ipotesi fossimo stati precedentemente eterni, riusciremmo trovata la strada del ritorno ad accettare psicologicamente la realtà ritrovata?

Già in questa vita mi è capitato di parlare con persone che rifiuterebbero una vita eterna. Affermazioni di questo tipo le consideravo autentiche bestemmie.
Oggi mi rendo conto che anche trovassimo l'eternità, non pochi problemi da risolvere vi sarebbero correlati. come primo l'accettazione da parte di chi verrebbe a possederla.